VICTORIA & ABDUL: dietro le quinte.
Una storia e un’amicizia
rimasta sepolta per quasi 100 anni.
In occasione del Giubileo d’Oro avvenuto nel 1887, di Vittoria -Alexandrina- Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, e Imperatrice d’India, vennero invitati a corte più di 50 monarchi, Re e Regine provenienti da ogni parte del mondo, compresi due Principi Indiani; pertanto la sovrana stessa chiese a Sir John Tyler (funzionario inglese presso la prigione di Agra in India) la selezione di due camerieri indiani per meglio ossequiare i suoi ospiti. Mohammed Abdul Karim(24 anni) insieme a Mohammed Buksh, venne frettolosamente istruito alle maniere e alla lingua inglese e inviato in Gran Bretagna quale servitore della tavola. Come racconta anche il film, la Regina Vittoria rimase immediatamente incantata dall’aspetto e dalle maniere del giovane, suggerendo che venisse presto e maggiormente istruito nella lingua inglese; appena gli si presentò l’occasione Abdul chiese di essere promosso ad un rango maggiore del semplice servo.
Tra disquisizioni filosofiche, politiche e culturali, Abdul venne titolato “Munshi”, cioè insegnate personale di lingua urdu e segretario-consigliere personale sulle questioni indiane. Fu inoltre, il fautore dell’introduzione e della diffusione gioiosa del narghilè e della la moda indiana a Buckingham Palace, oltre all’amore della sovrana per il curry. L’arrivo del giovane Karim a corte, giunge in un momento molto delicato per la regina, in lutto dopo la morte di John Brown nel privato, annoiata dall’etichetta e subissata dai continui impegni monarchici di facciata, testardamente, rifiuta a più riprese l’abdicazione ma non prova più soddisfazione o orgoglio nel suo ruolo. L’egemonia quasi mondiale dell’Impero Britannico e della Casa Reale, poi, non vedeva di buon occhio il rapido avanzamento di carriera del nuovo impiegato indiano, che visibilmente contraccambia i sentimenti d’insofferenza e non desidera altro che tornare al suo paese e al suo status precedente. Accusato d’influenzare l’opinione della Regina sulle questione indiane (è infatti storicamente comprovato quanto egli spingesse per una politica in favore dei musulmani indiani contro gli Hindu), il Munshi venne accusato di ogni indecenza: furto di un gioiello reale, spionaggio dei segreti di Stato, fino alla coircizione della volontà di Sua Maestà e oltre che di esserne l’amante.
“Il razzismo era una piaga dell’epoca; andava insieme alla credenza nella appropriatezza del dominio globale della Gran Bretagna.”
Vittoria Carolly Erickson all’epoca scrisse: ⬆ peccato che a differenza delle politiche espansionistiche dei suoi ministri e governi, sua Maestà la regina Vittoria fosse, almeno in privato, una convinta anti-razzista. Pertanto respinse ogni accusa contro il suo Munshi e negli anni elargì in suo favore molti doni: spinse diplomaticamente prima, e ordinò poi, l’avanzamento di carriera del padre Waziruddin e l’aumento della sua pensione (nel 1894 gli fu assegnato il titolo di Khan), e concesse alla sua famiglia un appezzamento perpetuo di terra di ben 600 rupie (la Karim Lodge) vicino ad Agra in India. Nel 1890 fece commissionare un ritratto di Abdul affidandolo a Heinrich von Angeli (tale dipinto è oggi esposto nella sua camera privata accanto a quello di John Brown) e nel 1899 lo insignì dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine Reale Vittoriano. I due si dimostrarono inseparabili, Vittoria necessitava della compagnia de il Munshi al punto da volerlo perennemente nel suo seguito per quasi tutti i viaggi, le cerimonie e le vacanze di stato, venne presentato ufficialmente al cospetto di vescovi, principi e teste titolate di tutta l’Europa, causando spesso qualche perplessità.
[Nonostante il film spinga evidentemente per mostrare il lato migliore del carattere di Abdul Karim, è invece comprovato quanto egli spesso si dimostrasse insofferente, irrispettoso, e talvota collerico nei confronti dell’etichetta, dei membri della corte e della Casa Reale.]
Dopo la morte di Vittoria suo figlio, Edoardo VII del Regno Unito, licenziò Abdul, i suoi conseguinei e i suoi parenti, ordinando che tornassero in India. Tuttavia premise al Munshi di essere l’ultimo a vedere il corpo di Vittoria prima della chiusura della bara, e di far parte della processione del suo funerale. Quasi tutte le prove della corrispondenza e della permanenza della famiglia indiana a corte, furono immediatamente bruciate dopo la sua partenza. Mohammed Abdul Karim morì nella sua residenza ad Agra nel 1909. Poichè 12 anni prima gli venne diagnosticata la gonorrea, non ebbe mai figli legittimi, ogni suo bene e possedimento venne ereditato dai nipoti e dai pronipoti. Alla sua morte, Edoardo VII ordinò che ciò che restava delle prove dell’intimità del rapporto creatosi tra Victoria & Abdul, venisse confiscata e spedita in Inghilterra. Una storia e un’amicizia rimasta sepolta per quasi 100 anni.
Per saperne di più consigliamo: Vittoria e Abdul di Shrabani Basu giornalista appassionata di storia, che con gran sorpresa del mondo, è riuscita a riscoprire da un passato sepolto quest’amicizia particolare. Nata a Calcutta dopo la laurea in storia a Delhi, inizia a lavorare come giornalista a The Times of India. Nel 1987 si trasferisce a Londra, dove oggi vive con le figlie, e collabora con vari giornali tra cui il Telegraph. Ha intervistato molti importanti personaggi come Benazir Butto e Salman Rushdie.