• certificata@pec.slowcinema.it
  • info@slowcinema.it
  • Borgo Valsugana, Trentino (IT)
Collaborazioni
Mothers: UNA LUCE SUI MATRIARCATI

Mothers: UNA LUCE SUI MATRIARCATI

PARLIAMO DI DONNE E DI UN MONDO PARITARIO… PERCHE’ E’ POSSIBILE!

Il patriarcato è solo uno dei modelli di società che l’umanità, nel corso della sua storia e preistoria, ha saputo ideare come fulcro dell’agire e definire cultura: i matriarcati da sempre simbolo parallelo frainteso, possono essere attraverso una riscorperta recente di alcune tra le migliori antropologhe mondiali, un faro per trovare l’equilibrio autentico della parità di genere, ed eliminare i concetti di stupro, mascolinità tossica e violenza sulle donne.

Lo scopo dell’evento (oltre a portare luce sulle società matriarcali disseminate nel mondo, nel passato e nel presente) era di mostrare come le donne e le madri vivono in differenti parti del globo, e nelle loro culture: capire davvero quali sono i problemi e le difficoltà quotidiane, ma anche le gioie e i riscatti. Il docufilm racconta la necessità di puntare i riflettori su un tema “naturale” come la maternità, su cui ancora oggi, permangono troppe zone d’ombra. Molti, troppi i diritti che non sono garantiti alle mamme e ai loro bambini.

Fa riflettere scoprire che in certi certi quartieri di Napoli e Palermo, le condizioni di vita non siano poi così diverse da quelle del Benin o in Cambogia. A Torino il focus è sulle mamme straniere e sui loro sforzi e i loro dubbi, pur di garantire un futuro ai figli. La stessa forza la troviamo nelle madri nepalesi e cambogiane, come nelle donne che dal Brasile al Benin cercano di emanciparsi grazie ai progetti di microcredito e formazione.

Un popolo per il quale la parola “stupro” è intraducibile.
I Mosuo sono una minoranza non riconosciuta dal governo cinese, che organizza l’intera cultura a partire dalla centralità del materno. Per saperne di più: Mothers – L’amore che Cambia il Mondo


Laura Ghianda, Presidente dell’Aps “Tempio della grande Madre” e relatrice della serata.

Per approfondire condividiamo alcuni titoli e autrici a tema, perchè solo mettendo in discussione la storia per come pensiamo di conoscerla, possiamo raggiungere una visione più ampia dell’umanità, e di come si autodefinisce!

Le Società Matriarcali” di Heide Goettner-Abendroth ed Venexia
Colei che da la Vita, Colei che da la FormaLuciana Percovich ed Venexia: una raccolta di straordinari miti sulla creazione, dall’Asia all’Oceania, dall’Africa all’America, dal Mediterraneo all’India, da cui emerge come le antiche civiltà abbiano tutte immaginato al femminile l’origine del cosmo.
Benvenuti nel Paese delle Donne” di Francesca Rosati Freeman: un focus sulla civiltà Mosuo.
Il Linguaggio della Dea” + “La Civiltà della Dea, vol.1 e 2” + “Kurgan” + “Le Dee Viventi” + “Dee e Dei dell’antica Europa” testi di Marija Gimbutas, famosa e criticata archeologa lituana; con le sue teorie ha ridiscusso le basi della comprensione del sacro femmineo e delle civiltà pre-indoeuropee, attraverso un approccio interdisciplinare da lei denominato “mitoarcheologia”, influenzando fortemente il pensiero femminista.
Tutti gli scritti di Geneviève Vaughan che nel novembre 2004 ha tenuto a Las Vegas, la conferenza “Un punto di vista radicalmente diverso sul mondo è possibile: l’economia del dono dentro e fuori il capitalismo patriarcale”. Il progetto e i libri sono dei tentativi di rispondere al bisogno di un cambiamento profondo e durevole, alla definizione società di sostentamento, dove il dono (e non lo scambio) crea comunità e individui più consapevoli.
Tutti gli scritti di Peggy Reeves Sanday antropologa, i cui studi sui Minangkabau hanno portato ad una visione molto più veritiera dei miti matriarcali e delle regole su cui si fonda la loro civiltà. Un piccolo imput per incuriosirvi:

«I Minangkabau, con le loro spettacolari case clan (denominate “grembo della madre”) e costumi tradizionali: 6 milioni di individui che abitano l’Isola di Sumatra. Nei sussidiari la religione ufficiale è l’islam, in realtà conservano un’antichissima cultura che ruota attorno al materno, regolata dall’ “adat“, le leggi decise dalle madri mitiche. Secondo una visione occidentale possiamo definirli avanzatissimi: non c’è professione occidentale che non sia presente nella loro organizzazione: università, tecnologia, centri ricerca, famosi per le capacità nel commercio. E loro si autodefiniscono con orgoglio, uomini e donne “matriarcali”. Dove “matriarcato” non significa “dominio delle madri” in forma speculare-contraria al patriarcato, ma all’origine le madri” (come “archeologia” significa “studio delle origini” e non “studio del dominio”). Significa provenire dalle mitiche antenate fondatrici dei clan, provenire tutti da una madre. Ma soprattutto, il materno non è riducibile a un solo fatto biologico ma è il simbolo di tutto l’agire cultura. Gli uomini infatti, ben lungi dal pregiudizio tutto occidentale che li vorrebbe in una posizione di oppressione, hanno giocato un ruolo fondamentale nella protezione della cultura Minangkabau dalle invasioni esterne. Secondo un particolare approccio che rivela nettamente le differenze dalle culture occidentali, sono riusciti a neutralizzare ogni tentativo di oppressione senza mai scendere nello scontro frontale.» citazione da Laura Ghianda .

Lascia un commento